Alessia Oliva:
Alessia Oliva è Naturopata, Coach per adulti, bambini e adolescenti (autostima e miglioramento capacità cognitive), Kinesiologa, esperta in rimedi naturali Floriterapia e Integrazione Omeosinergetica). Insegnante di Enneagramma (metodo dinamico per la crescita personale che si basa sullo studio di 98 personalità). Dal 2018 certificata nel metodo DietaGift come stile di vita, Food Tutor (lezioni di spesa con il metodo DietaGift).
Simona Fantini è Informatrice medica, Naturopata ad Indirizzo Omeosinergetico e, da più di vent’anni, organizzatrice di Scuole, Corsi ed eventi nell’ambito della Medicina integrata e dell’alimentazione clinica. Dal 2017 docente all’Accademia di Omeosinergia, della quale è tra i fondatori, perché da sempre impegnata nella divulgazione del messaggio della Medicina Omeosinergetica che interpreta la malattia come benattia, processo sensato, bio-logico, che l’organismo mette in atto per guarire.
Colgo l’occasione di pubblicare questo certificato di presenza a questo utilissimo aggiornamento alla mia formazione per porre l’attenzione su una problematica sempre più dilagante.
Mi capita spesso di ricevere persone che mi chiedono aiuto perché avvertono gonfiori persistenti dopo il pasto, o pance perennemente “dure” e disturbi intestinali. Compilando la scheda della persona noto come queste problematiche sono spesso sopraggiunte dopo la continua assunzione (per mesi o anni) di gastroprotettori.
Solitamente le persone iniziano l’assunzione di questi medicinali a causa di reflusso oppure perché hanno fatto cure antibiotiche prolungate.
In moltissimi casi non se ne riesce più a fare ameno, oppure, semplicemente, la persona percepisce un qualche tipo di giovamento (momentaneo) e continua ininterrottamente l’assunzione, rassicurata anche dal nome con cui si definiscono questi farmaci: “GASTROPROTETTORI”.
Il nome corretto non è GASTROPROTETTORE, bensì INIBITORE DI POMPA PROTONICA.
Questo vuol dire che un qualsiasi “gastroprotettore” impedisce allo stomaco di produrre acido per predigerire il bolo alimentare.
Il cibo arriva non predigerito all’intestino che si trova a dover fare tutto “il lavoro”. Per ovvi motivi l’intestino è perennemente sovraccaricato e magari non subito, ma a distanza di mesi, o anni, inizia ad infiammarsi.
Riflettiamo e chiediamo consiglio al medico che lo ha prescritto quando assumiamo per lunghi periodi gli INIBITORI DI POMPA PROTONICA.
Le Discipline Bionaturali possono essere di supporto alle problematiche intestinali e gastriche andando ad esaminare la causa del problema, prendendo in considerazione il vissuto e lo stile di vita della persona che viene accolta, non solo identificandola nel suo disturbo, ma come essere unico, con le proprie caratteristiche e predisposizioni.
Rimedi naturali per supportare la gastrite
La POLVERE DI DOLOMITE è costituita da carbonato di calcio e magnesio con formula chimica
MgCa(CO3)2. Sussistono ancora molti dubbi sulla formazione della dolomite. Esistono ampi depositi
nell’annotazione geologica, ma il minerale è relativamente raro negli ambienti moderni. La dolomite è
utilizzata quale madia filtrante per la correzione del pH e della durezza di acque potabili ed industriali (la
polvere di dolomite ha un pH basico).
Il CALCIO CORALLINO è un corallo fossile naturale, con pH basico,
che contiene sostanze minerali in forma altamente assorbibile e di cui l’organismo ha bisogno.
Nei fiori e nelle foglie di MALVA (Malva sylvestris) si trovano una gran quantità di mucillagini costituite da una gamma piuttosto eterogenea di polisaccaridi (metilpentosi, esosi di cellulosa, acido galatturonico), i fiori, in particolare, contengono un glucoside antocianico denominato malvina. La malva è conosciuta anche col
nome di Malva selvatica, è una pianta spontanea molto comune in Italia: pianta che custodisce in sé una
lunga storia. Il nome deriva dal latino “mollire” cioè capace di ammorbidire, perché già dai tempi più antichi
se ne riconoscevano le sue proprietà emollienti. Era utilizzata come cibo dalle persone povere, ottima nelle
minestre o lessata e condita con olio e sale. Le foglie della Malva contribuiscono alla fluidità delle
secrezioni bronchiali, hanno un’azione emolliente e lenitiva sulla mucosa orofaringea e sul tono della
voce. Da non dimenticare l’azione emolliente e lenitiva anche sul sistema digerente e le vie urinari, il
loro contributo alla regolarità del transito intestinale e al nomale volume e consistenza delle feci.
Le foglie dell’ALOE FEROX sono spesse e succose, dalla loro spremitura si ottiene un succo che contiene i
Aloesina (polisaccaride), vitamina A, B1, B2, B6, B12, vitamina C ed E, aminoacidi essenziali (colina, biotina,
acido folico e inositolo), minerali (ferro, calcio, magnesio, manganese, zinco, carbonato di potassio). L’Aloe
è originaria del Sud Africa ed è utilizzata da tempi remoti per i suoi molteplici usi in quanto in grado di
contribuire alla funzione digestiva, epatica, ma soprattutto alla regolarità del transito intestinale.
L’AGAR-AGAR è ricavato da un’alga rossa (Gelidium amansii J.V. Lamour.) i cui rami cartilaginei sono
disposti su un piano. L’alga contiene polisaccaridi di cui il 90% è costituito da argaropectina e argarosio
che sono sostanze molto mucillaginose. Colonizza l’orizzonte inferiore del litorale e la zona infralitorale
sul substrato roccioso, nelle zone con forte idrodinamismo. È una fonte importante di agar-agar
(importante gelificante la cui parola è di origine indonesiana-malese) la cui scoperta fu fatta in Giappone
nel 1658 da Minora Tarazaemon. In Giappone si chiama kanten e viene utilizzato in alcuni dolci tradizionali
come lo yōkan o nella forma di tokoroten. Il tallo contribuisce alla regolarità del transito intestinale
e al normale volume e consistenza delle feci.
Di solito l’infiammazione è intesa come un processo acuto, di breve durata e che spesso si risolve spontaneamente senza lasciare importanti conseguenze. Tuttavia l’infiammazione può anche essere meno evidente, assumere un andamento cronico, subdolo, e rappresentare uno delle cause principali di molte patologie degenerative o di un invecchiamento precoce. Infatti, secondo i più recenti studi, almeno sette delle dieci principali cause di morte sono dovute ad uno stato di infiammazione cronica di basso livello (chronic low-level inflammation): infarto, cancro, bronchiti croniche, ictus, Alzheimer, diabete e nefrite.
I principali fattori di rischio:
ETA’
OBESITA’
DISORDINI DEGLI ORMONI SESSUALI
DISTURBI DEL SONNO
STRESS
DIETA PRO INFIAMMATORIA
FUMO DI SIGARETTA
L’infiammazione silente è uno stato di infiammazione cronica, è silenziosamente presente nel corpo senza manifestazioni cliniche evidenti viene definita “LA MADRE DI TUTTE LE MALATTIE, è dovuta a stili di vita errati (in primis alimentazione errata) e ad inquinamento ambientale.
Omocisteina:
si tratta di un aminoacido che, quando presente in eccesso nel sangue, si associa a un quadro infiammatorio, e ad un rischio significativamente aumentato di patologie cardiovascolari (è un indice predittivo di infarto e ictus di gran lunga superiore al colesterolo), osteoporosi e patologie neurodegenerative.
✓ L’omocisteina elevata è segnale di scarsa capacità antiossidante del corpo; potrebbe anche essere conseguente a difetti genetici della metilazione (mutazione del gene MTHFR): in questo caso è correlata anche a ipofertilità e rischio cardiaco genetico.
✓ A livello di infiammazione organica, è un indice che si innalza tardivamente: se l’omocisteina supera i limiti di riferimento significa che l’infiammazione del corpo si è già spinta molto in là.
OLIO EVO COME ANTIINFIAMMATORIO
L’ Oleocantale è una sostanza organica della famiglia degli esteri naturalmente presente soprattutto nei frutti dell’ulivo appartenente alla famiglia dei polifenoli ed è stato riconosciuto come un antinfiammatorio naturale, infatti ha delle proprietà simili all’ibuprofene, anche se non ha la struttura classica dei FANS: produce una sensazione d’ irritazione nella gola e inibisce il sistema enzimatico della cascata inibitoria.
QUERCETINA – PROPRIETA’: antiossidante, antiinfiammatorio,
antivirale, immunomodulatorio, anticanceroso e gastroprotettivo. Può avere attività antiallergica e nella prevenzione delle complicazioni secondarie del diabete.
CURCUMA LONGA
Il suo colore giallo intenso e’ dovuto alla CURCUMINA, un potente antiossidante dalle spiccate virtu’ antinvecchiamento.
In etnomedicina e’ considerata una delle piante piu’ importanti per la salute (soprattutto fresca).
I problemi intestinali sono comuni a quasi tutta la popolazione. Non per questo devono essere definiti normali. Gli studi che collegano il benessere del microbiota intestinale al mantenimento di un buono stato generale di salute sono ormai numerosi. Vediamo in particolare alcune problematiche:
FORZO NELLA DEFECAZIONE
FECI DURE O A PEZZI
SENSAZIONE DI INCOMPLETA EVACUAZIONE e/o DI OSTRUZIONE ANALE
DEFECAZIONE MENO DI TRE VOLTE A SETTIMANA
Le irregolarità intestinali sono più frequenti nel sesso femminile. L’attività muscolare del colon è influenzata dalla qualità del sonno, dall’insonnia, dal pasto, dalle emozioni, dal contenuto del colon e dai farmaci. Una tra le cause più comuni di stitichezza è il mancato allattamento al seno.
La scala di bristol può aiutare a definire la tipologia delle feci. Il tipo “normale” è il numero 4. Tutti gli altri tipi sono feci di tipo alterato, ma occorre considerare anche la frequenza di questo tipo di evacuazioni.
Consigli alimentari per stipsi cronica:
Per quanto riguarda gli alimenti da preferire, molto utile è il consumo di frutta e verdura, fonti di acqua e fibre, e l’assunzione di probiotici, batteri “buoni” che riequilibrano il microbiota intestinale, ovvero l’insieme di microrganismi che popolano la mucosa dell’intestino.
Integrazioni utili:
L’α-lattoalbumina (α-LA) è una piccola proteina presente nel siero di latte umano e di molte specie animali. Ha molteplici azioni biologiche: riduzione dello stress, attività antibatterica, azione antiipertensiva, regolazione della crescita cellulare, attività antiulcera, immunomodulante e specifiche azioni intestinali. Inoltre è ricca di aminoacidi essenziali come triptofano e cisteina, fondamentali soprattutto per l’alimentazione dei neonati.
REISHI: i suoi principi attivi sono β-glucani e etero-β-glucani, polisaccaridi notoriamente anti-tumorali ed immunostimolanti ; peptidi antiallergici, ipocolesterolemizzanti ed ipotensivi; acidi ganoderici (triterpeni), steroli in grado di ridurre le reazioni allergiche limitando la produzione di istamina, ottimizzando la respirazione cellulare e favorendo la funzionalità epatica.
La stipsi viene associata, dal punto di vista simbolico, alla tendenza a trattenere le emozioni e a una scarsa generosità, intesa come capacità di darsi agli altri e di lasciarsi andare. Si può dire che spesso la persona stitica è assillata da pensieri ricorrenti ai quali si sente particolarmente attaccata: come gli escrementi sono materiale divenuto inutile, così i pensieri ossessivi non svolgono più alcuna funzione positiva. Simbolicamente la stipsi “mima” dunque questa incapacità di separarsi da contenuti emotivi e mentali ormai superati. Solitamente l’affettività della persona stitica è bloccata e il “possesso” è l’unico suo modo di essere in rapporto con il mondo. Spesso inoltre gli escrementi rappresentano tutte le fantasie più “sporche”, proibite e trasgressive, da occultare a tutti i costi, a noi stessi e agli altri. In questo senso si comprende l’acuirsi della stipsi in occasioni di vita comunitaria (per esempio in barca, oppure in un appartamento che si divide con altri): ciò che blocca l’intestino, in questo caso, è il timore che gli altri possano anche lontanamente intuire tutti i lati più ombrosi della nostra personalità. È anche possibile leggere la defecazione in analogia con il partorire, in quanto funzione “produttiva”. In tal senso la stipsi appare come una rinuncia a “partorire”, a portare fuori parti proprie che si credono incomprensibili dal mondo circostante. Così la persona si chiude e si nega la possibilità di mantenersi in contatto con il mondo.
L’impiego di fitoterapia nella realtà dello sport può essere di aiuto nella fase preparatoria, in quella di accompagnamento e in quella di recupero, oltre che nella eventuale gestione dei traumi anche in accompagnamento ad altre terapie. La fitoterapia prevede l’utilizzo di piante o estratti di piante per la cura delle malattie e per il mantenimento del benessere.
La fitoterapia è una terapia idonea a ristabilire un equilibrio del sistema neurovegetativo. Il corretto rapporto tra sistema simpatico e parasimpatico è fondamentale per contenere le molteplici risposte adattative implicate nello stress inerente lo sport. In fitoterapia sono diversi i rimedi impiegabili dai soggetti che praticano sport e possono agire su più fronti, inoltre si possono scegliere in base all’esigenza del momento e in associazione tra loro.
Le indicazioni più frequenti per l’impiego della fitoterapia per lo sport sono la gestione della resistenza, il recupero post allenamento anche in associazione a traumi o la prevenzione degli stessi.
Vediamo alcuni esempi di estratti e oligoelementi utili a questi scopi.
Erba popolare utilizzata nella medicina tradizionale in Europa e in Asia la parte più utilizzata in questa pianta è la radice. La RR è composta da componenti, in particolare Tannini e Polifenoli, ma anche da minerali, vitamine, acido gallico e ac. clorogenico e varie sostanze ad azione antiossidante. E’ utilizzata per la sua azione su alcuni mediatori del S.N.C come la serotonina e la dopamina per combattere varie situazioni da stress ed ansia e come stimolante del SNC con aumento delle capacità di concentrazione e della resistenza alla fatica e di resistenza alle prestazioni fisiche. Da segnalare che alcuni studi hanno evidenziato come i supplementi di e.s. di radice possano contenere quantità significative di steroidi endogeni anche se non sembrano esserci segnalazioni che documentino la presenza di steroidi androgeni anabolizzanti. (Parisi A. et al; 2010 50:57-63). Uno studio ha riscontrato come il consumo di RR (200mg/die) abbia migliorato il tempo di esaurimento della fatica del 3% su un test massimale al cicloergometro, ma non vi è stato alcun effetto significativo dopo 4 settimane di supplementazione. Può ridurre i livelli di lattato e i markers del danno muscolare (CPK-Transaminasi) in risposta ad un esercizio aerobico in atleti allenati. Inoltre 3mg/Kg di ingestione di RR hanno la capacità di ridurre la frequenza cardiaca ad un esercizio submassimale e di abbassare la percezione dello sforzo durante l’esercizio di resistenza ad alta intensità (in donne atlete amatoriali), RR non ha migliorato la risposta del Sistema Immunitario degli atleti maratoneti. La combinazione di RR con altri e.s di piante non ha mostrato alcun effetto ergogenico sul consumo di ossigeno e sulla forza muscolare. [De Bock K. Et al, ‘’Acute Rhodiola Rosea supplementation on sport performance and antioxidant capacity in trained male: preliminary results. Sport Med Phys Fitness. 2010].
Il Mg è il quarto minerale più abbondante e il secondo catione bivalente intracellulare più presente nel corpo umano dopo il K. È coinvolto in 300 reazioni metaboliche. Aiuta a mantenere la normale funzione NERVOSA e MUSCOLARE, il ritmo cardiaco (eccitabilità cardiaca), il tono vasomotorio, la pressione sanguigna, il Sistema Immunitario, l’integrità ossea e i livelli di glucosio nel sangue e favorisce l’assorbimento del Ca. Oltre ad essere uno dei minerali più coinvolti nelle reazioni cellulari endogene assume un ruolo importante anche per lo sportivo, in quanto partecipa a numerosi processi, tra cui sintesi delle proteine, corretto funzionamento muscolare e nervoso e metabolismo energetico. Recenti studi dimostrano infatti che il magnesio durante l’attività sportiva determina un incremento generale delle performance, aumenta la produzione di Energia e la Resistenza allo sforzo, diminuendo la sensazione di stanchezza, affaticamento e stress. [Volpe, Stella Lucia et al. Aiuti Nutrizionali ed Ergogenici: Articoli della sezione ‘’Il Magnesio e l’atleta’’. Curr. Sport Medic. Report.; 2015 14(4) p. 279-283.) Il Magnesio quindi nello sport non è importante solo dal punto di vista della funzionalità muscolare ma è fondamentale anche per la resistenza allo stress (stress pre-gara o da competizione).
Contiene mediamente: resina(30-60%),olio essenziale(5-10%) e polisaccaridi idrosolubili(circa il 65% di arabinosio, galattosio e xilosio). L’olio essenziale contiene principalmente monoterpenoidi: α-pinene, che è il principale costituente (oltre il 70%), cis-verbenolo, trans-pinocarveolo, borneolo, mircene, fellandrene, cadinene, verbenone, limonene e una piccola quantità di diterpeni. • La resina contiene acidi triterpenici tetraciclici e pentaciclici, questi ultimi comprendono gli acidi boswellici, considerati i principali composti responsabili dell’attività farmacologica, che costituiscono circa il 30% della resina e includono gli acidi α-e β-boswellico, acidi acetil-α-boswellico e acetil-β-boswellico, acido 11-cheto-β-boswellico (KBA) e acido 3-acetil-11-cheto-β-boswellico (AKBA). La gommoresina contiene mediamente circa il 3-4, 7% di KBA e il 2,2 – 2,9% di AKBA; secondo la Farmacopea europea 10.5 il contenuto di entrambe queste sostanze deve essere almeno dell’1%.
La curcuma è una delle piante più accuratamente studiate oggi. Le sue proprietà medicinali sono state oggetto di oltre 5600 studi biomedici peer-reviewede pubblicati. Attualmente la ricerca ha rivelato più di 600 potenziali applicazioni preventive e terapeutiche, così come 175 effetti fisiologici benefici.
Uno studio del 2008 pubblicato sul Critical Care Medicine ha scoperto che la curcumina si è paragonata favorevolmente al desametasone un farmaco corticosteroide come una terapia alternativa per la protezione del trapianto di polmone associata da geni infiammatori.
Uno studio precedente del 2003 pubblicato in Cancer Letters ha visto la curcuma allo stesso livello nella protezione dell’ischemia.
Farmaci anti-infiammatori: Uno studio del 2004 pubblicato sulla rivista Oncogene ha scoperto che la curcumina è un’alternativa efficace ai farmaci come aspirina, ibuprofene, sulindac, fenilbutazone, naprossene, indometacina, diclofenac, desametasone, celecoxib, e tamoxifene ad esercitare un’attività anti-infiammatoria e antiproliferativa contro le cellule tumorali.
Secondo un recente studio del 2019, la curcumina assunta per via orale, una volta raggiunto l’intestino, viene trasformata dai microbi che lo popolano in una serie di metaboliti molto più attivi della curcumina stessa. Questi metaboliti sembrerebbero avere un ruolo neuroprotettivo. La tetraidrocurcumina è il derivato più studiato nella neuroprotezione: sembrerebbe ridurre lo stress ossidativo e i processi di apoptosi nei neuroni, riduce la neuroinfiammazione e migliora la funzione neurocomportamentale. Inoltre, sempre la tetraidrocurcumina, può prevenire la neurodegenerazione tipica della malattia di Parkinson. Sembrerebbe anche essere utile nel morbo di Alzheimer in quanto mantiene normale la struttura e funzione dei vasi cerebrali e delle sinapsi.
L’Enneagramma è uno strumento dinamico e inclusivo atto a migliorare la qualità di consapevolezza dell’identità personale e relazionale che si esprime nell’incontro con “l’altro” attraverso azioni e comportamenti che possono essere migliorati con una comunicazione fluida e chiara.
L’obiettivo, dunque, è l’attivazione di “skills” positive nella capacità di evitare e risolvere possibili conflitti rimanendo fedeli a sé stessi. Gli studenti svilupperanno, nella dimensione educativa, la propria intelligenza emotiva, favorendo un più alto livello di autonomia e autostima nel processo di apprendimento e ascolto attivo.
La “mission” è accompagnare i giovani nell’osservazione del mondo attraverso la lente della coscienza culturale, quale ponte indispensabile per accogliere i differenti linguaggi della comunicazione verbale e non verbale.
Per gli studenti più giovani verranno impiegati metodi di apprendimento semplici e intuitivi come parallelismi iconografici con il regno animale ed esempi sulla caratterizzazione dei personaggi cinematografici. Non escludiamo un evento conclusivo teatrale, tramite il quale, gli studenti potranno interpretare una loro narrazione, i cui personaggi saranno rappresentativi delle personalità base apprese durante il corso.
“Se guardiamo le centinaia di migliaia di foglie di qualsiasi albero, vediamo che sono tutte diverse fra di loro, non ce n’è una uguale all’altra e non solo: ieri queste foglie erano diverse e domani saranno diverse, c’è un continuo mutamento nelle caratteristiche organolettiche di ognuna di queste foglie; esattamente come negli esseri umani, non esiste un essere umano uguale all’altro. Siamo tutti unici e irripetibili, anche se avessimo un gemello monozigote, saremmo comunque diversi, avremmo caratteri diversi, anche se un giorno del nostro DNA estraessero un clone uguale a noi, saremmo comunque diversi perché l’ambiente modifica le persone nel tempo.
È diverso, tuttavia, se io sono un botanico e vedo una foglia per terra, e questa foglia, come abbiamo detto, è unica e irripetibile, ieri era diversa da oggi e domani sarà diversa da oggi. Questa però non può sfuggire, a me botanico, che è una foglia di Olmo e non di Tiglio, perché ha delle caratteristiche peculiari che fanno sì che questa sia una foglia di Olmo e non di Tiglio. Non che l’Olmo sia migliore del Tiglio. L’Olmo è perfetto in quanto Olmo, il Tiglio è perfetto in quanto Tiglio, ma le due foglie sono comunque diverse.
L’Enneagramma è la stessa cosa applicata all’essere umano e al comportamento umano. Un enneagrammista è in grado di dire che una certa persona, che è unica e irripetibile e che ha avuto tantissimi comportamenti nella sua vita e tanti ne avrà ancora, che appartiene a una delle 9 famiglie fondamentali psicologiche. Enneagramma significa: ennea 9 e gramma che ha un doppio significato: punti, diagramma o mandala; quindi Enneagramma vuol dire mandala con 9 punti”.
Fondamentale sarà il tema dell’inclusività per contrastare le discriminazioni e l’intolleranza generata da giudizi, pregiudizi, razzismi e stereotipi e, al contempo, valorizzare le differenze caratteriali e comportamentali tra i ragazzi con il coinvolgimento degli insegnanti attraverso l’osservazione.
Lo studio e la scoperta del proprio profilo Enneagramma possono essere di aiuto anche per gli studenti che si trovano di fronte alla scelta di un indirizzo scolastico (grado superiore o università) nel proseguimento formativo.
Su questo tema i ragazzi possono elaborare mini-progetti immaginando i possibili impieghi futuri per enfatizzare le doti personali e contemporaneamente “toccare con mano” le proprie fragilità, imparare a gestirle e trasformarle in risorse.
Le ittiosi sono un gruppo di malattie genetiche caratterizzate dalla forte tendenza alla desquamazione cutanea generalizzata.
Il termine “ittiosi” fu per la prima volta utilizzato da Robert Willan nel 1808 (dal greco Iχτυς = pesce) con lo scopo di indicare l’aspetto squamoso con cui si presenta la cute dei pazienti affetti. Tali patologie sono, infatti, caratterizzate da un difetto della corneificazione, ossia del processo di formazione e distacco delle cellule dello strato corneo (strato più superficiale della cute) e talvolta si associano a disturbi anche extracutanei.
Le ittiosi sono classificate in due grossi gruppi:
Bardana (Arctium lappa L.), Elicriso (Helichrysum italicum), Viola (Viola tricolor L.). La sinergia di questi estratti è molto utile per dermatiti e dermatosi di varia natura. Ottimo adiuvante anche per le forme cutanee su base costituzionale.
The verde (Camellia sinensis L.), Iperico (Hypericum perforatum L.), Ginkgo (Ginkgo biloba L.). Questi componenti risultano essere è un ottimi adiuvanti della fisiologia respiratoria cellulare, in caso di disturbi
ad essa correlati, e nella prevenzione di tutte le forme degenerative indipendentemente dalla sede.
Il METIL SULFONIL METANO è una forma naturale dello zolfo organico, la cui formula chimica è CH3SO2CH3. Si tratta della forma in cui lo zolfo è presente in natura, all’interno di tutti gli organismi viventi, dove agisce come sostanza biologicamente attiva. Lo zolfo organico, biologicamente attivo, possiede incredibili proprietà. La sua scoperta è normalmente annoverata fra i più importanti progressi che siano stati compiuti dalla medicina ortomolecolare, nella seconda metà del ventesimo secolo. Dopo il calcio e il fosforo, lo zolfo è, in ordine di quantità, il terzo minerale presente nel corpo umano. In un individuo adulto sono presenti approssimativamente 140 grammi di zolfo, utilizzati, quasi per metà, dai tessuti muscolari, dalla pelle e dalle ossa. Le unghie e i capelli sono principalmente costituiti da una proteina molto resistente, ad alto contenuto di zolfo, chiamata cheratina. Tessuti flessibili quali quello connettivo e quello cartilagineo contengono proteine con legami di zolfo flessibili. Il collageno è la proteina che si trova in maggiore quantità nel nostro corpo, nonché un componente principale di tutti i tessuti connettivi. Esso fornisce elasticità alla pelle, interagendo con le fibre di un’altra proteina chiamata elastina. Nella cartilagine, la glucosamina, la condroitina e i proteoglicani, contenenti zolfo, formano, insieme al collageno, una sostanza proteica fibrosa che costituisce la struttura del collageno stesso, e lo rende flessibile. Esperimenti sul Metil Sulfonil Metano, con traccianti radioattivi, hanno dimostrato che, dopo essere ingerito, il Metil Sulfonil Metano si lega alle mucose. Sembra infatti che il Metil Sulfonil Metano si diriga verso siti recettoriali sulla superficie della membrana mucosa nel tratto intestinale, in quello urogenitale e nel sistema respiratorio, costituendo così una interfaccia di protezione fra l’ospite e l’ambiente esterno. Tali interazioni naturali presentano diverse utili implicazioni per la nostra salute: gli allergeni e i parassiti non possono infatti raggiungere le mucose, le tossine vengono ossidate, i radicali liberi e i parassiti eliminati. Lo zolfo viene chiamato “il minerale della bellezza” della natura, esso mantiene infatti la pelle liscia e giovane, e i capelli lucidi. Lo zolfo è un elemento indispensabile per la produzione di collageno e cheratina, proteine necessarie alla salute e alla difesa della pelle, delle unghie e dei capelli.
L’aspetto di un individuo affetto da ittiosi può essere alterato così tanto da portarlo a gravi complicazioni psicologiche, isolamento sociale, depressione, specie in giovane età. Gli effetti di tali comportamenti, si riverberano anche sui famigliari. In questi casi può essere di sostegno la Floriterapia Australiana:
• Five Corners: aiuta ad accettarsi apprezzando la bellezza in tutte le sue sfaccettature. È un’Essenza adatta in caso di scarsa autostima, di mancanza di confidenza con se stessi e di amor proprio.
• Dog Rose: ridona fiducia e sicurezza in se stessi. Aiuta a scoprire un rinnovato coraggio per affrontare gli altri, superando la paura di non essere all’altezza o di non valere.
• Boab: libera la mente dai condizionamenti familiari acquisiti rigidamente. Attenua quelle opinioni che limitano l’individuo a livello mentale ed emozionale e che sono invariabilmente acquisite e tramandate di generazione in generazione.
• Southern Cross: incoraggia a sfruttare le proprie potenzialità e la creazione di una visione positiva della vita. Aiuta ad aprirsi all’idea di una vita ricca di occasioni da vivere pienamente.
• Sturt Desert Rose: permette di seguire le proprie convinzioni più profonde e la propria moralità e di trovare una rinnovata integrità personale. Ripristina il livello di autostima che subisce un abbassamento a causa dei sensi di colpa.
La vitamina C, o acido ascorbico, appartiene al gruppo delle vitamine definite come idrosolubili, quelle che non possono essere accumulate nell’organismo, ma devono essere assunte con continuità attraverso i cibi. Oltre a sciogliersi nell’acqua, la vitamina C è sensibile alle alte temperature, per cui si perde del tutto in caso di cottura in acqua.
E’ nota principalmente per la sua azione immunostimolante, che va a stimolare le difese del sistema immunitario, soprattutto in relazione alla prevenzione e cura del raffreddore, delle sindromi influenzali e delle affezioni respiratorie (come anche l’asma). A tal proposito, sembra che la vitamina C abbia anche un effetto anti-infiammatorio e antivirale. La vitamina C sta alla base di numerose altre importanti funzioni biologiche, essenziali per il benessere dell’intero organismo. Vediamole nel dettaglio. Innanzitutto, la vitamina C aiuta a mantenerci in salute grazie alla sua potente azione antiossidante che, in sinergia con la vitamina E, ci protegge dall’aggressione dei radicali liberi e previene l’invecchiamento cellulare. Il potere antiossidante della vitamina C apporta benefici anche nella prevenzione e nella cura dei tumori. La vitamina C, inoltre, contribuisce alla produzione di collagene, che costituisce la struttura di tutti i tessuti del corpo (muscoli, epidermide, vasi sanguigni, ossa, cartilagini, denti) ed è necessario alle loro normali funzioni. Ecco perché la vitamina C è indispensabile per mantenere sani i tessuti connettivi, da un lato, oltre che fondamentale nel processo di riparazione dei tessuti, dall’altro. Tanto che è in grado di stimolare la guarigione delle ferite e prevenire le emorragie dei capillari sanguigni, come pure a riparare le ossa in caso di frattura. È proprio la presenza e la buona concentrazione di collagene, proteina strutturale sintetizzata grazie alla vitamina C, che si possono formare i tessuti connettivi. Tra i sintomi dello scorbuto, infatti, ci sono i danni, come gengive sanguinanti, fragilità dei capillari, osteoporosi etc. La vitamina C, inoltre, facilita l’assorbimento del ferro, contribuendo alla sintesi di emoglobina e alla produzione di globuli rossi. La vitamina C risulta così molto utile soprattutto in caso di anemia, oltre che nel ridurre la stanchezza e l’affaticamento muscolare. La vitamina C, poi, è fondamentale anche per l’assorbimento di altre sostanze, come la vitamina E che viene rigenerata in forma ridotta e diventa disponibile per l’organismo. Per questo la vitamina C è anche utile nel proteggere la pelle dai raggi ultravioletti. A livello del sistema cardio-circolatorio, la vitamina C è in grado di abbassare il colesterolo e tenere pulite le arterie, prevenendo il rischio di malattie cardiache e riducendo l’insorgere di infarto. Inoltre, la vitamina C sembra svolgere un ruolo protettivo anche nei confronti dell’azione tossica di metalli pesanti, nitrosamine, nicotina da fumo e altre sostanze inquinanti (come nitriti e nitrati presenti nei conservanti alimentari). La vitamina C è fondamentale per l’efficienza del sistema nervoso, nel prevenire malattie degenerative come l’Alzheimer, ma anche nel sostenere la funzione psicologica. La vitamina C, infatti, è necessaria per la sintesi di alcuni neurotrasmettitori e ormoni, tra cui noradrenalina e serotonina, utili a mantenere un buon tono dell’umore.
La diversità del microbioma del latte materno è influenzata dall’assunzione di vitamina C (García-Ricobaraza M et al. 2021).
L’assunzione di vitamina C in gravidanza correla positivamente con la diversità del microbioma del latte materno. Il consumo di agrumi ricchi di vitamina C e verdure ricche di betacarotene è inoltre associato ad
un ridotto rischio di eczema nel neonato, probabilmente dovuto all’impatto che questi micronutrienti hanno
sul microbioma intestinale e mammario della donna e, indirettamente, del bambino. (Moubareck CA 2021).
La vitamina C ha un effetto riequilibrante sull’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, riducendo la
secrezione di cortisolo già con trattamenti di breve durata (3 grammi/die per 5 o 14 giorni); è necessaria, inoltre, alla sintesi dei glucocorticoidi (Moritz B et al. 2020).
La vitamina C, o acido ascorbico, grazie alla sua azione debolmente acidificante urinaria, favorisce la trasformazione dei nitriti, prodotti nelle urine dai batteri responsabili dell’infezione, in ossido nitrico (NO), molecola con effetto batteriostatico (Carlsson S et al. 2001).
In alcuni soggetti l’assunzione della classica vitamina C in polvere o pastiglie può provocare problemi intestinali o di iper acidità gastrica. In questi casi è meglio optare per la versione LIPOSOMIALE che è molto più delicata e a miglior assorbimento (rilascio graduale).
La vitamina C presente in molto integratori da acerola o rosa canina è solitamente meglio tollerata.
L’affidabilità dei test di intolleranza alimentare è stata da più parti e più volte messa in discussione da un punto di vista scientifico. Alcune società scientifiche di dietologi e allergologi hanno addirittura inserito i test sulle intolleranze al primo posto tra le pratiche a rischio di inappropriatezza. Alcuni test sono accusati di generare falsi positivi (cioè intolleranze non reali), altri falsi negativi (cioè di non riconoscere intolleranze esistenti), e in genere di essere incompleti, imprecisi e non documentati.
Con il QuASA il problema dei “test imperfetti” è stato completamente superato. Chi può permettersi di criticare un controllo del sovraccarico alimentare (potenzialmente in grado di generare infiammazione cronica) quando questo controllo viene effettuato attraverso le domande, i ragionamenti e le competenze del professionista?
QuASA non dà un risultato. Dà una serie di punteggi che il medico o il professionista dovranno leggere alla luce dello stato complessivo del paziente, dando, magari, una lettura diversa al medesimo dato se ci si trova davanti ad un anziano o a un ragazzino, ad un obeso o a un’anoressica, ad un vegano o ad un seguace delle diete iperproteiche. Come una buona pratica medica vorrebbe che si facesse sempre, e che spesso non si ha tempo di fare.
Il questionario anamnestico analizza tre differenti ambiti:
Analisi della predisposizione del paziente verso una Food Sensitivity
Analisi del sovraccarico alimentare per ciascun gruppo
Correlazione tra sintomi di sovraccarico e alimenti scatenanti
Nell’ipotiroidismo la ghiandola tiroidea non produce una quantità sufficiente di ormoni tiroidei, causando stanchezza cronica, costipazione, secchezza cutanea, depressione, ingrassamento anomalo.
Nell’ipertiroidismo la tiroide produce una quantità eccessiva di ormoni tiroidei, con perdita di peso, tachicardia, sudorazione, nervosismo con esplosioni di rabbia. La causa più comune di ipertiroidismo è una tiroidite su base autoimmune nota come morbo di Basedow/Graves caratterizzata dalla presenza nel sangue di anticorpi che stimolano la produzione di ormoni tiroidei e dall’aumento di volume della tiroide.
Secondo le statistiche più recenti, negli ultimi anni i disturbi della tiroide sono in costante aumento: si calcola che in Italia ne soffra oltre il 20% della popolazione con una netta prevalenza del sesso femminile, percentuale che sale al 33% nelle donne ultrasessantenni.
Le risposte mediche al problema sono essenzialmente due: quella farmacologica – che consiste nella somministrazione di ormoni di sintesi – e quella chirurgica o radiologica.
Questo tipo di approccio tuttavia si sta rivelando sempre più insoddisfacente perché la somministrazione di ormoni non “cura” le cause il malfunzionamento della ghiandola, né tantomeno gli squilibri immunitari delle tiroiditi autoimmuni, ma la “mette a tacere”, sostituendo le sue secrezioni naturali con una sostanza artificiale che deve essere assunta a vita.
L’utilizzo di Nigella sativa è da qualche tempo al centro dell’attenzione dei ricercatori per il suo potenziale contributo nel trattamento complementare di diverse malattie croniche, tra cui iperlipidemia, ipertensione e diabete mellito di tipo 2 (T2DM). Un recente studio realizzato da ricercatori iraniani, molto attivi su questo fronte, ha valutato gli effetti della pianta sulla funzione tiroidea, sui livelli del fattore di crescita dell’endotelio vascolare (VEGF), sulla nesfatina-1 e sulle caratteristiche antropometriche di persone affette da tiroidite di Hashimoto. Vi hanno partecipato 40 soggetti di età compresa tra 22 e 50 anni, assegnati con randomizzazione in un gruppo di intervento e un gruppo di controllo, che hanno ricevuto un estratto secco di Nigella sativa oppure un placebo per 8 settimane. Alla baseline e alla settimana 8 sono state valutate le variabili antropometriche, l’assunzione nutrizionale, lo stato tiroideo e i livelli di VEGF e di nesfatina-1. Dall’analisi dei risultati è emerso che il trattamento con Nigella sativa ha ridotto significativamente il peso corporeo, il girovita e l’indice di massa corporea (p<0.05). Nel gruppo Nigella sono diminuite le concentrazioni sieriche di ormone stimolante della tiroide (TSH) e anticorpi anti-perossidasi tiroidea (anti-TPO), mentre le concentrazioni sieriche di T3 sono aumentate (p<0.05). Sempre nel gruppo Nigella è stata rilevata una riduzione significativa delle concentrazioni sieriche di VEGF (p<0.02). Nessuno di questi cambiamenti è stato osservato nel gruppo trattato con placebo. Processando i dati attraverso un modello di regressione multipla, si è visto che, nel solo gruppo Nigella, i cambiamenti relativi al rapporto vita-fianchi (WHR) e agli ormoni tiroidei sono risultati significativamente predittivi dei cambiamenti VEGF e nesfatina-1 (p<0,05). Secondo gli autori dello studio, i risultati ottenuti hanno mostrato un importante effetto benefico dell’estratto secco di Nigella sativa nel migliorare lo stato tiroideo e le variabili antropometriche in soggetti con tiroidite di Hashimoto; inoltre, la pianta ha ridotto in modo significativo le concentrazioni sieriche di VEGF. Ulteriori studi potranno delinearne meglio il potenziale nella gestione di questa malattia autoimmune.
Fonte: Mahdieh Abbasalizad Farhangi, Parvin Dehghan, Siroos Tajmiri and Mehran Mesgari Abbasi. The effects of Nigella sativa on thyroid function, serum Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF) – 1, Nesfatin-1 and anthropometric features in patients with Hashimoto’s thyroiditis: a randomized controlled trial. BMC Complementary and Alternative MedicineBMC series. DOI: 10.1186/s12906-016-1432-2
Lo zinco è fondamentale per la formazione di TSH nell’ipofisi e per la sensibilità ipotalamica. In caso di carenza di zinco la trasformazione di T4 in T3 è compromessa e i recettori tiroidei delle cellule periferiche sono iporesponsivi. I livelli di zinco sono correlati positivamente a quelli di T3. Lo zinco contribuisce col selenio all’abbassamento del titolo anticorpale e agisce in sinergia con la vitamina B6. Lo zinco gioca un ruolo importante nel modulare il sistema immunitario, la sintesi proteica, la guarigione di ferite.Bassi livelli di zinco predispongono alla formazione di noduli tiroidei.Una carenza di zinco è comune nei vegetariani oltre che nei pazienti con patologie gastroenteriche, nei nefropatici, diabetici e neoplastici.Ricchissime in zinco sono le ostriche. Seguono carne rossa, uova, lenticchie, grano integrale.
Il funzionamento della ghiandola tiroidea è regolato anche dalla leptina, dunque è semplice capire quale sia la correlazione. Se mangiamo poco e male, la leptina non ha un flusso regolare non può attivare l’ipotalamo, rallentando il funzionamento della tiroide, generando una condizione di ipotiroidismo e rallentando anche il metabolismo, per cui tenderemo a mettere peso e la nostra temperatura corporea sarà più bassa del solito. Questo succede perché la ghiandola tiroidea, oltre che regolare il metabolismo, regola anche la temperatura corporea. Infatti, gli ormoni tiroidei, in base alla loro concentrazione prodotta, modulano la trasformazione dell’energia introdotta tramite il cibo: se la ghiandola funziona bene, l’energia del cibo verrà dispersa sotto forma di calore, mentre se siamo ipotiroidei, quindi l’ormone prodotto dalla tiroide è poco, a livello mitocondriale si formeranno molecole di ATP, che serviranno nella sintesi e quindi per l’accumulo di peso.
La colite lievemente cronica, meglio definita “sindrome da colon irritabile”, è un disturbo che, di solito, viene diagnosticato per esclusione, ossia quando non ci sono altri motivi per spiegare il malessere riferito dal paziente. Proprio per eliminare altri possibili fattori vengono effettuati alcuni esami strumentali, come la colonscopia, il test per l’intolleranza al lattosio o gli esami del sangue per la celiachia, che può manifestare sintomi simili a quelli che caratterizzano la sindrome dell’intestino irritabile. Anche le origini del problema sono incerte: s’ipotizza uno scorretto funzionamento della mucosa intestinale e del sistema immunitario, con la produzione irregolare dei neurotrasmettitori, come la serotonina, che determinano, inoltre, le contrazioni della muscolatura liscia del colon oppure lo stress e lo stato psicologico della persona. L’unica cosa chiara ed evidente di questa patologia sono i sintomi: sono così imponenti da condizionare profondamente la vita quotidiana. I sintomi colitici, come dolore addominale, gonfiore, sensazione di evacuazione incompleta e disfunzioni dell’apparato digerente, sopraggiungono in modo imprevedibile e sconvolgente, rendendo il soggetto un vero “prigioniero” della toilette. Chi soffre di colon irritabile è costretto, quindi, a evitare molte situazioni sociali oppure, se proprio non può evitarle – si pensi al contesto lavorativo – vi si approccia con ansia, il che aumenta sensibilmente la probabilità della temuta scarica intestinale.
Integrazioni utili:
L’α-lattoalbumina (α-LA) è una piccola proteina presente nel siero di latte umano e di molte specie animali. Ha molteplici azioni biologiche: riduzione dello stress, attività antibatterica, azione antiipertensiva, regolazione della crescita cellulare, attività antiulcera, immunomodulante e specifiche azioni intestinali. Inoltre è ricca di aminoacidi essenziali come triptofano e cisteina, fondamentali soprattutto per l’alimentazione dei neonati.
REISHI: i suoi principi attivi sono β-glucani e etero-β-glucani, polisaccaridi notoriamente anti-tumorali ed immunostimolanti ; peptidi antiallergici, ipocolesterolemizzanti ed ipotensivi; acidi ganoderici (triterpeni), steroli in grado di ridurre le reazioni allergiche limitando la produzione di istamina, ottimizzando la respirazione cellulare e favorendo la funzionalità epatica.
La prospettiva Psicosomatica
Numerose ricerche scientifiche dimostrano l’efficacia di un approccio di tipo psicosomatico alla cura della sindrome da colon irritabile. L’irrequietezza intestinale mette spesso in imbarazzo chi ne soffre e lo costringe a ridurre la propria libertà d’azione, abitudini e pulsioni, inducendo frequenti stati d’ansia e un senso di frustrazione che può sfociare in comportamenti depressivi. Anche se i farmaci, sia quelli convenzionali, sia quelli alternativi, di solito non funzionano, il problema del colon irritabile è risolvibile, ma è necessario cambiare strategia. Non basta ridurre tutto in termini di stress, bensì bisogna ascoltare ciò che il nostro corpo vuole comunicarci con un disturbo che arriva all’improvviso e poi va via, e torna più volte. Per questo la “chiave d’accesso” che più ci avvicina a questa fastidiosa patologia è proprio quella psicosomatica, che secondo molti ricercatori ha permesso di individuare anche le caratteristiche emotive comuni a tutte le persone che ne soffrono. Di frequente nella vita del soggetto affetto da colon irritabile sono presenti molte restrizioni o imposizioni che hanno messo a tacere ogni realizzazione personale e l’espressione della personalità, generando paura, rabbia, vergogna e una profonda disistima di sé.
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